Milano: la colonna del diavolo e la chiesa “doppia”

Milano la colonna del diavolo e la chiesa “doppia”

Lassa pur ch’el mond el disa, ma Milan l’è on gran Milan“: non si sbagliavano Giovanni D’Anzi ed Alfredo Bracchi nel descrivere l’essenza meneghina nel famoso valzer in dialetto milanese. E dietro la Milano più conosciuta, città dello shopping e centro nevralgico del Nord Italia c’è anche la città nascosta, con le sue leggende, storie e tradizioni. Tra queste quella che riguarda la Colonna del Diavolo, simbolo dello scontro tra Sant’Ambrogio e il re degli inferi; e poi le famose “Chiese Doppie” o “Chiese Gemelle”, costruite in epoche diverse e poi unite, dando vita a Santa Maria Incoronata.

Andiamo a scoprire tutto questo magari attraverso un Milan Bike Tour.

Il mistero della colonna che porta i segni delle corna del diavolo

Il diavolo è passato da Milano e ci ha lasciato le corna. A testimoniarlo è la Colonna del Diavolo, situata nella piazza della Basilica dedicata a Sant’Ambrogio, patrono della città meneghina. Costruita in epoca romana, precisamente nel III secolo per volere di Massimiano, la colonna è in marmo con un capitello in stile corinzio: sulla parte inferiore sono presenti due fori dai quali prende vita la leggenda dello scontro tra il diavolo e Sant’Ambrogio. La narrazione tradizionale milanese racconta che il diavolo sia andato da Sant’Ambrogio per tentarlo e testare la sua fede; il Vescovo lo respinse e il maligno, nella colluttazione scaturita tra i due, venne preso a calci dal Santo andando così a sbattere contro la colonna con le corna.

I due fori sono da attribuire alle corna del diavolo, che lì rimase incastrato fino al giorno dopo, prima di tornare all’inferno tramite una porta magica. I milanesi, da allora, identificano la colonna come la porta dell’inferno tanto che c’è chi dice che accostando l’orecchio ai fori si possano sentire i rumori dell’oltretomba e il rimbombo del fiume Stige. La leggenda vuole anche che, nella notte prima della domenica di Pasqua, il diavolo in persona torni a Milano per traghettare, su di un carro, le anime dei dannati agli inferi. E sempre secondo la tradizione infilando le dita nei due fori si può attirare la fortuna; mentre qualcuno sostiene anche che, nei pressi della colonna, si possa anche sentire l’odore di zolfo provenire dall’oltretomba.

Santa Maria Incoronata: una “chiesa raddoppiata”

Simbolo della Milano quattrocentesca è la chiesa di Santa Maria Incoronata, una delle chiese “gemelle” milanesi. La parte più antica è stata edificata in epoca medievale e dedicata a Santa Maria di Garegnano; successivamente venne ristrutturata in stile gotico ed inaugurata nel 1451, anno in cui avvenne l’incoronazione di Francesco Sforza a signore di Milano: da qui il nome “Incoronata“. Il complesso originario della chiesa di Santa Maria di Garegnano comprendeva anche due chiostri, una biblioteca umanistica e un antico cenobio agostiniano.

Qualche anno dopo, nel 1460, Bianca Visconti, moglie di Francesco Sforza, fece edificare la seconda chiesa. L’occasione fu quella di celebrare pubblicamente l’amore tra i due, messo a dura prova dalle voci dei continui tradimenti di Francesco. La chiesa, con una facciata identica alla prima, venne dedicata a San Nicola da Tolentino. L’unione delle due chiese avvenne a fine quattrocento, quando sia Bianca che Francesco erano morti da qualche anno: abbattuto il muro che le divideva, si ottenne una chiesa a due navate terminanti con absidi poligonali e sei cappelle laterali.

Da ammirare l’affresco del “Torchio Mistico”, opera di Ambrogio da Fassano e risalente al XV secolo. Situato nella cappella detta del “Bergognone” raffigura Cristo sotto il torchio, in una rappresentazione rara dell’iconografia del sacrificio eucaristico. L’affresco è stato scoperto solo nel 1930: il Cristo è nel tino dell’uva, la croce diventa la pressa del torchio, mentre il mosto che rappresenta il sangue di Gesù viene raccolto in un calice dai padri della Chiesa Agostino, Girolamo, Ambrogio e Gregorio.

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