Cosa succede se ti punge un pappatacio?

Cosa succede se ti punge un pappatacio

Pappataci cosa sono? Conosciuto anche come flebotomo, il pappatacio è un insetto che possiede delle ali e appartiene al vasto gruppo degli ectoparassiti. 

Questo insetto ha suscitato molto interesse sanitario poiché può trasmettere diverse malattie infettive sia agli uomini che agli animali, tra cui la più conosciuta è la leishmaniosi. In Italia ci sono diverse specie di pappataci che trasportano virus, parassiti e batteri, come il Phlebotomus perniciosus, il Phlebotomus perfiliewi e il Phlebotomus papatasi. 

Ci sono alcuni ditteri che appartengono al genere Lutzomyia considerati come pappataci, soprattutto perché trasmettono la leishmaniosi e altre infezioni virali. Tuttavia, la loro diffusione è limitata soltanto in America, Colombia, Perù e altri Paesi che si trovano nell’emisfero occidentale. 

Per alcuni aspetti, i pappataci sono molto simili alle zanzare. Le femmine della specie sono ematofaghe, ossia si cibano del sangue di un vertebrato. 

I pappataci adulti raggiungono una grandezza compresa tra gli 1,5 e i 3 millimetri, hanno un colore giallognolo e l’intero corpo, comprese le ali, è coperto da una peluria molto fine. Hanno gli occhi grandi e neri, mentre le ali pelose hanno forma lanceolata. 

Siccome sono incapaci di volare controvento, non possono allontanarsi dai posti in cui avviene la riproduzione. 

I pappataci sono notturni e amano particolarmente il caldo e un clima molto umido. Per questo motivo, la loro diffusione è prevalentemente costiera, dove la temperatura è abbastanza elevata per garantire loro la sopravvivenza. 

Anche in Italia si sono diffusi prettamente in prossimità delle zone costiere, ma in taluni casi riescono a proliferare anche nelle zone collinari e dove la temperatura si mantiene sui livelli ideali. Riflettendo sul fatto che le temperature medie, negli ultimi anni, sono aumentate, ciò spiega perché i pappataci sono riusciti a diffondersi notevolmente. 

Che malattia portano i pappataci? 

Dopo aver affrontato l’argomento cosa sono i pappataci, adesso vediamo quali malattie possono trasmettere le punture di pappataci.  

Non c’è dubbio che le loro punture sono dolorose e fastidiose, ma la cosa più preoccupante è la potenziale trasmissione di patogeni. Come detto in precedenza, i pappataci possono trasmettere batteri, virus e parassiti, i quali sono spesso causa di malattie, in alcuni casi molto gravi per gli esseri umani e per gli animali. 

La malattia maggiormente conosciuta trasmessa dai pappataci è la leishmaniosi. Molto pericolosa soprattutto per i cani, può anche colpire gli altri animali e gli essere umani. 

Una patologia questa che viene scatenata da parassiti chiamati protozoi, che appartengono al genere Leishmaniosi. Questi parassiti, al momento della puntura, entrano nei pappataci, che a sua volta possono infettare un animale pungendolo. 

Quando questi parassiti entrano nel circolo sanguigno, possono causare la leishmaniosi, la quale si manifesta in diverse forme cliniche: 

  • Leishmaniosi cutanea: è la più diffusa forma di infezione e si manifesta nella zona in cui il parassita è rimasto localizzato. Quindi, la cute dell’animale o dell’essere umano si infetta. La lesione provocata dalla puntura del pappatacio si allarga e provoca delle ulceri interne. 
  • Leishmaniosi muco-cutanea: questa tipologia di infezione è localizzata nella cute e nelle mucose. La comparsa è caratterizzata da lesioni cutanee o mucose, sia nella cavità nasale che in quella orale. 
  • Leishmaniosi viscerale: è la forma di infezione più grave che, se non trattata nel modo giusto e preventivamente, può addirittura causare la morte. La sintomatologia è lenta e arriva a coinvolgere apparati e organi. 

Anche se la leishmaniosi nell’essere umano si manifesta con sintomi gravi, nella maggior parte dei casi la prognosi è positiva. Discorso diverso, invece, per gli animali, in particolar modo per i cani. Se non viene trattata con prontezza, può portare alla morte. 

Tra le altre malattie, vale la pena menzionare la febbre da pappataci, nota anche come “febbre dei tre giorni”. Colpisce anche gli uomini e viene causata da Arbovirus. 

La modalità di trasmissione è uguale a quella della leishmaniosi, ossia il pappatacio punge un individuo malato e trasferisce la malattia a un altro individuo tramite puntura. 

La febbre da pappataci si manifesta in estate e provoca sintomi molto simili a quelli dell’influenza, ossia febbre, debolezza, dolori alle articolazioni, mal di testa, nausea e vertigini. 

Dove si trovano i pappataci? 

Questi parassiti vivono principalmente nelle zone tropicali, ma i cambiamenti climatici hanno incentivato la loro diffusione anche nelle aree mediterranee. 

L’Italia non è assolutamente al sicuro dalla puntura dei pappataci e dalla conseguente leishmaniosi, poiché in tante regioni questi insetti sono diventati sempre più endemici, con l’estate a rappresentare il periodo in cui diventano veramente pericolosi. 

Nel nostro Paese, i pappataci sono molto diffusi nelle zone dal clima caldo, in particolar modo lungo le coste e sulle isole. A scampare alla diffusione di questi parassiti sono le regioni settentrionali che non hanno sbocco costiero, anche se una piccola percentuale di pappataci è stata individuata.

Di solito i flebotomi si nascondono all’interno delle stalle o in altri luoghi areati durante il giorno, uscendo quindi esclusivamente al calare del crepuscolo, rimanendo attivi durante l’intera notte. 

Come curare le punture dei pappataci? 

Molto spesso le punture dei pappataci vengono confuse con quelle delle zanzare. In ogni caso, basta semplicemente applicare una qualche tipologia di rimedio lenitivo prima di consultare il medico per verificare la presenza di qualche lesione. I rimedi naturali sono i seguenti: 

  • Camomilla: è una pianta erbacea che possiede proprietà disinfettanti e lenitive. Nel caso di puntura da parte di un pappatacio, basta applicare una bustina imbevuta dentro acqua calda e lasciarla agire. La camomilla contiene camazulene e alfa-bisabololo, che hanno proprietà lenitive e disinfiammanti, quindi particolarmente utili per eliminare il fastidioso prurito, oltre che bruciore e arrossamento. 
  • Tea tree oil: è un disinfettante naturale e un antibatterico, da aggiungere eventualmente alla camomilla per limitare i danni provocati dalla puntura di un pappatacio. Agisce aiutando la cute a contrastare l’infezione, elimina anche il prurito ed è in grado di seccare le pustole. 
  • Aloe vera: il gel di questa pianta è in grado di lenire il rush eritematoso. La sua azione è antinfiammatoria e antibatterica, oltre a eliminare bruciore e prurito. L’aloe vera può essere arricchita con un paio di gocce di olio essenziale di geranio, che possiede proprietà insettifughe, e con olio di neem, che disinfetta la zona interessata e previene altre punture. 

Solitamente, le zone maggiormente colpite dalle punture di pappataci sono i piedi, le gambe, le caviglie. In caso sopraggiunga febbre, bisogna contattare un medico.